Sofferenze e malumori. Dal mondo non arrivano notizie confortanti su una netta ritirata del virus e di conseguenza le economie faticano a risollevarsi. L’ambiente natatorio isolano è un esempio calzante perché nonostante le foglie cadano dagli alberi, la situazione è rimasta tale e quale alla scorsa primavera.
Il presidente regionale della FIN Sardegna Danilo Russu monitora continuamente l’ambiente per trovare una costante armonia tra gestori degli impianti e i tesserati che ne usufruiscono. Si è infatti reso conto che i primi si sono prodigati nel tenere in perfette condizioni le piscine, spendendo ingenti somme per la messa a norma degli impianti, modificando sistemi di aerazione, percorsi, e calcolando la riduzione del numero di presenze tra spogliatoi e vasca nell’intento di evitare assembramenti. Mentre dalla condotta dei secondi intuisce che lo sforzo migliorativo non è stato percepito visto che le piscine continuano ad essere disertate, forse per paura di contagi.
Poi cita un caso eclatante: nel capoluogo isolano ben otto società, che prima della chiusura totale annoveravano un nutrito numero di iscritti, non hanno ancora riaperto i battenti. Eccole in sequenza: Sporting Nuoto Libertas Cagliari, Nuotomania, Promosport, Oppidum, Ferrini, Frog Swimming, Nuoto Club Cagliari, Gruppo in forma, Ichnos Nuoto.
È ancora Russu che fa una media generale delle perdite subite in questi ultimi mesi dalle “società acquatiche” isolane: la forbice, stando alle sue ricerche approfondite, è compresa tra il -30% e il -70%.
Negli uffici FIN Sardegna di via Dei Colombi arrivano segnalazioni da parte dei tesserati perché diversi sodalizi isolani avrebbero lievemente ritoccato verso l’alto i prezzi degli abbonamenti. Ma il presidente appena rieletto Danilo Russu è da sempre un propugnatore della trasparente mediazione tra le parti: “Le società si stanno adoperando per far recuperare le lezioni di marzo e affronteranno il mese di ottobre praticamente senza introiti ma con le spese di gestione invariate – dice – e non dimentichiamo che le piscine sono uno dei posti più sicuri per via della presenza del cloro, basta osservare le giuste indicazioni per evitare possibili contagi o diffusione del virus”.
L’appello di Russu è volto a rasserenare gli animi e a promuovere l’agire con raziocinio: “I gestori hanno bisogno del vostro aiuto, mettetevi nei loro panni e appoggiateli con un piccolo sacrificio che poi serve ad abbattere gli ulteriori costi sostenuti per le sanificazioni. Lavorano quotidianamente per dare continuità pratica sportiva, è la loro ragione di vita”. Poi invita a fare dei raffronti: “Le linee guida anti Covid-19 portano ad una riduzione obbligata delle presenze pari al 30% – continua Russu – e se attraverso delle semplici ricerche confrontate i costi degli abbonamenti della vostra città con quelli della Penisola, noterete che le gestioni sarde sono tra le più economiche d’Italia”. Il suo è un appello accorato: “Serve unione, comprensione e condivisione. Non chiedete l’impossibile alle nostre società. La Federazione sarà sempre al loro fianco per fare l’interesse di tutti gli appassionati”.