L’ESCALATION DEI CORSI FORMATIVI IN CASA FIN SARDEGNA
La gestione del Comitato FIN Sardegna targata Danilo Russu ha indubbiamente dato un poderoso sussulto a tutti i settori in esso incorporati. Non sono tanto le percezioni visive che lo attestano, ma soprattutto i numeri.
Prendendo in considerazione i corsi di formazione di ogni tipologia inerente al mondo delle vasche, è indubbio che da tre anni a questa parte se ne siano organizzati tanti, anche di valenza nazionale.
Non ultimo quello previsto ad Alghero l’8 e il 9 febbraio (a oggi 44 iscritte/i) e che riguarda lo sviluppo delle competenze necessarie per accogliere, informare e consigliare il fruitore dei servizi per vivere la migliore esperienza all’interno del centro natatorio. E tra l’altro la peculiarità della due giorni è che non è riservata esclusivamente a chi si occupa prevalentemente di nuoto, ma può rappresentare una opportunità lavorativa anche da chi proviene da alte realtà sportive. Gli interessati possono prendere visione dei dettagli del “Corso Receptionist” consultando il sito www.nuotosardegna.it nella sezione dedicata alla formazione. Tutte le iniziative simili sono promosse anche attraverso i canali social curati dalla FIN Sardegna.
Un’organizzazione imponente è stata mobilitata per la formazione degli allievi istruttori, istruttori di base e istruttori specialistici. Coordinata dal più grande nuotatore sardo di tutti i tempi, Corrado Sorrentino (vedere intervista in basso), è sempre attiva ed opera costantemente per generare sempre più interesse attorno alla disciplina. Qualche giorno fa a Cagliari (all’Esperia in via Pessagno) è partito un corso per allievi istruttori e a breve (dal 15 febbraio al 15 marzo) ce ne sarà identico uno nel Capo di Sopra presso le piscine sassaresi di Lu Fangazzu.
Dal 2017 ai giorni nostri si enumerano 19 corsi organizzati dalla FIN, cioè una densità mai vista prima, segno che comunque il feeling tra più figure che partecipano all’allestimento conta parecchio e genera un reiterato entusiasmo. Dalla segreteria FIN Sardegna fanno sapere che entro il 2020 saranno oltre 30.
Lo scopo ovviamente è far sì che gli aspiranti allenatori traggano dai corsi le giuste competenze per creare tanto entusiasmo tra i bambini, senza sottovalutare la componente adulta che rappresenta un traino notevole per tenere alta la passione a base di cloro.
“Non è un caso che la Federazione Centrale abbia un Settore Istruzione Tecnica tra i migliori in Italia – sottolinea il presidente regionale FIN Danilo Russu – e solitamente, infatti, i risultati agonistici rappresentano il termometro dell’efficienza formativa. La Federnuoto sta dimostrando a suon di medaglie la qualità dei suoi allenatori, formati attraverso i propri corsi. Il SIT (Settore Istruzione Tecnica) regionale non ha fatto altro che seguire la strada tracciata dal Professor Roberto Del Bianco (Consigliere Responsabile Settore Nuoto Squadre Nazionali Federazione Italiana Nuoto; Responsabile Area Formazione Federazione Italiana Nuoto), puntando ad una formazione di qualità e su tutti i settori. Corrado Sorrentino, grazie al suo vissuto di atleta e docente, sta mettendo in pratica un percorso formativo che ha centrato l’esigenza della Sardegna”.
CORRADO SORRENTINO: “LAVORO PER NON FAR SCAPPARE GLI ADOLESCENTI DALLE PISCINE”
Per chi volesse farsi un’idea di tutti i successi accumulati nella sua carriera natatoria e pallanuotistica, nelle fila di Rari Nantes Cagliari, Promosport Cagliari (come agonista) e Atlantide Elmas (come master), consigliamo di digitare su Google le seguenti parole: palmares, Corrado, Sorrentino. Ed ecco che ad una prima lettura si farebbe fatica a ricordare tutto quello che c’è scritto. Lui per venire incontro all’interlocutore sintetizza così: “Tre volte campione nazionale assoluto, 23 volte campione nazionale di categoria, medaglia di bronzo campionati europei juniores, presenze in nazionale sia nelle giovanili, sia negli assoluti”. Tiene però a precisare: “Mi sono mancati i mondiali e le olimpiadi, pazienza”.
Corrado Sorrentino 45 anni, non solo è il consigliere regionale responsabile della formazione, ma è di queste settimane la decisione di tornare a gareggiare da agonista: probabilmente gli appassionati se lo ritroveranno in acqua a giorni. “Ho ripreso ad allenarmi perché ho in testa un’impresa che renderò di dominio pubblico più avanti”.
Continua il tuo rapporto viscerale con il nuoto
Sono stato messo in acqua per la prima volta quando avevo tre anni e mezzo. Quindi da 43 anni convivo con questo mondo.
Un mondo che attraverso questa tua attività nel Comitato vuoi preservare a tutti i costi
Ci teniamo molto ad avere un prodotto di qualità e che gli allievi/istruttori siano formati adeguatamente.
Non andranno a formare soltanto gli adulti che rappresentano una fascia d’utenza enorme nel mondo del nuoto, ma anche i bambini che sono il futuro del nostro mondo. Ecco perché pur dispiacendoci molto, a volte, come commissione d’esame, siamo costretti a bocciare.
Ci parli del tuo staff?
A livello organizzativo ho la fortuna di avere degli ottimi collaboratori sia a Cagliari, sia a Sassari. Conoscendo le proprie realtà territoriali sanno molto bene come e quando intervenire. Si è strutturato uno staff di docenti e di collaboratori che non sta lasciando nulla al caso.
A Cagliari?
Qui posso contare sull’apporto di due bravissime collaboratrici, Valeria Mulas e Elisa Serra, che oltre ad essere delle brave docenti anche a livello nazionale, mi aiutano nella costruzione del corso. Le materie che lo caratterizzano devono avere una sequenza specifica affinché siano collegate tra loro.
E poi assieme a me insegnano anche Marco Pinna, Monica Pilleri, Giorgia Collu, Chiara Anziani, Michela Laurenzo, Massimo Fanni. Li ho scelti perché si danno molto da fare e lavorano con passione.
E a Sassari?
Lì opera il presidente Danilo Russu, appassionato cronico che non riesce a mollare, e Maria Paola Giordo. Entrambi si danno da fare per la costruzione dei corsi anche perché sono a più stretto contatto con l’ambiente che poi li ospita. E’ una fortuna che nel nord Sardegna ci siano loro: conoscono indubbiamente meglio di me quella realtà.
Attualmente abbiamo delle eccellenze isolane?
Valeria Mulas viene chiamata sistematicamente ai corsi nazionali. Nei miei si occupa di cultura dell’acqua e spiega davvero molto, molto bene. In quelli nazionali si occupa di comunicazione. Sarà una delle docenti al Corso Receptionist di Alghero.
Praticamente a chi frequenta rilasciate delle qualifiche
Si. Per quanto riguarda il primo livello, devono essere superate le prove attitudinali. Se uno non sa nuotare, difficilmente riesce a realizzare il punteggio adeguato necessario a proseguire il corso.
Che tipo di consigli elargisci agli aspiranti?
Durante le lezioni dico sempre questo: “dovete avere la consapevolezza che abbiamo a che fare con i bambini. E dietro un bambino si nasconde sia il futuro acquatico della federazione, sia anche l’adulto che dovrà stare nel nuoto. E se ci guardiamo attorno, ci viene automatico pensare che bisogna fare molto di più in tal senso. Abbiamo una grossa responsabilità che sorreggiamo sul palmo della mano; ci teniamo molto a fare bella figura.
Adulti e bambini: occorreranno tecniche particolari
Gli approcci sono nettamente differenti. All’adulto riserviamo con molta attenzione una serie di opportunità. C’è infatti chi vuole allenarsi molto, oppure chi vuole rilassarsi, senza dimenticare coloro che vogliono semplicemente divertirsi. L’offerta nel mondo del nuoto deve essere più completa possibile.
E i bambini?
Con loro è un po’ differente perché non vanno a ricercare nulla. Vengono portati dai genitori. E a loro deve essere riservata una lezione dilettevole perché altrimenti andrebbero a fare altro. Siamo usciti fuori dallo schema che dovevano giocare e basta; adesso imparano a stare in acqua e a conoscerla divertendosi. La vivono come una partner, una cosa piacevole e non un pericolo.
Facciamo l’identikit di chi frequenta i vostri corsi?
Ho individuato tre macroaree di istruttori: c’è chi lo frequenta per aprirsi un’opportunità economica, perché con il brevetto può trovare qualche ora di lavoro in più. Poi ci sono quelli che vogliono ampliare le proprie conoscenze e la vedono come un’utilità, pur non essendo mai stati nel mondo del nuoto. Infine, c’è l’appassionato, quello che vive in piscina, l’atleta che nuota tutti i giorni e partecipa alle gare master, oppure il genitore che va tutti i giorni in piscina.
Tutto molto chiaro e ben definito
Solitamente quelli appartenenti alla terza macroarea hanno già un altro lavoro e intraprendono il corso per piacere. Chi lo fa per passione ha indubbiamente una marcia in più rispetto agli altri. E’ chiaro che sono necessarie le capacità comunicative altrimenti è veramente difficile fare l’istruttore.
Qual è il futuro della formazione?
Dopo Tokyo 2020 si entrerà a far parte dello SNaQ (Sistema Nazionale Qualifiche sportive), preposto dal CONI per il conseguimento delle qualifiche dei tecnici sportivi e per la loro certificazione. Ci adegueremo a questo schema formativo e di conseguenza qualcosa cambierà anche in termini numerici, però c’è da aspettare perché non abbiamo ancora dati definitivi.
Personalmente cosa sogni?
Mi piacerebbe trovare un sistema per alzare l’asticella. Cioè avere uno staff di docenti che possa ambire al panorama nazionale. Se così accadesse i nostri corsi sarebbero di livello superiore. Questo inciderebbe sulle motivazioni del discente che ambisce a prendere un brevetto; sarebbero direttamente proporzionali al livello degli istruttori, molto più bravi e motivati.
E poi?
Istituire un corso riservato ai ragazzi di fascia d’età compresa tra i 16 e i 18 anni. E’ una fase critica dell’adolescenza perché si registra un’alta percentuale di abbandoni. Potrebbero ripiegare come apprendisti istruttori. Mi piacerebbe prepararli ad una carriera professionale che ancora pecca un po’ di riconoscimenti governativi. Piano, piano ci stiamo arrivando. Entrare nello SNaQ è un modo di essere concretamente più visibili.